“«È un portento vero!» sorrise, ed esclamò:
«Lo porti pure dentro! Dove lo metterò?»”.
L’autore e illustratore statunitense Robert Barry divenne celebre proprio grazie a questa sua opera, ormai un classico delle festività natalizie negli Stati Uniti, dove venne pubblicata per la prima volta nel lontano 1963. Dopo ben 60 anni, questo gioiello è arrivato finalmente anche in Italia grazie a Marameo Edizioni, per regalare la sua magia anche ai lettori più piccoli del nostro paese.
La storia prende vita in una fredda mattina d’inverno, con la neve che avvolge ogni cosa come un morbido manto bianco. Perfino la fontana davanti al sontuoso palazzo del signor Vitale è ghiacciata, con lo zampillo trasformato in un ghiacciolo che sembra un ombrello. Ma cosa sta aspettando il signor Vitale affacciato alla finestra della sua magnifica casa?
Sta aspettando una consegna speciale e, con il cuore colmo di gioia, osserva il camioncino che scende dalla montagna per portargli il suo maestoso albero di Natale.
“Un bel mattino freddo l’abete di Natale
giunse nel giardino del signor Vitale.
Era un esemplare davvero prodigioso:
robusto e verde acceso, enorme e rigoglioso.”
L’enorme abete viene portato in casa e issato con cura accanto a una finestra. Ma quando finalmente si riesce a sistemarlo in piedi, la sua cima si piega in un inchino, spingendosi contro l’alto soffitto decorato.
“Perdinci! Qui dobbiamo tagliare un pezzettino!”
Con questa decisione, il signor Vitale chiama il suo maggiordomo affinché tagli la punta dell’imponente abete. Quest’ultimo, in piedi su una altissima scala dall’equilibrio alquanto instabile, con fare competente dà un colpo di accetta.
“«Peccato darci un taglio»
ammise il suo padrone.
«Ma almeno adesso riesce a stare nel salone!»”.
Quella punta viene poi donata alla premurosa cameriera Tina. Ma, anche per lei, l’alberello è troppo alto e deve essere ulteriormente accorciato.
La cima finisce così fuori dalla finestra, dove Teodoro il giardiniere la raccoglie e la porta a casa sua, dove Teresa, sua moglie, accoglie la piccola cima con entusiasmo:
“«Stupendo!» disse lei
«Per noi sarà perfetto.
Però la casa è piccola:
tagliamone un pezzetto!»”.
Ella accorciò ancora un po’ la cima dell’alberello, e la parte tagliata venne gettata fuori dalla finestra di casa. Ma quel piccolo frammento non rimase a lungo abbandonato: fu una vera fortuna per l’Orso Sergiolino, che passava di lì e lo raccolse, pensando subito alla sua amata.
Arrivato a casa, il piccolo abete trovò posto sopra il caminetto, illuminando la stanza con un tocco di verde.
Tuttavia, non era tutto perfetto: l’alberello risultava ancora troppo alto e la stella che Mamma Orsa desiderava posizionare in cima non trovava spazio. Così, con pazienza e un po’ di dispiacere, Mamma Orsa decise di tranciare nuovamente la punta e di metterla fuori casa.
E fu così che Vlad Volpino, con fare malandrino e il suo immancabile sacco, approfittò della situazione.
Infilò dentro la cima e la portò di corsa alla sua cara Violetta, che la accolse con gioia. Ma appena l’alberello venne posto sopra la cassettiera, ci fu un piccolo problema:
“Ma appena sistemato, a tutti fu evidente
che il posto per l’abete non era sufficiente.”
Anche Mamma Volpe si trovò quindi costretta a tagliare un pezzetto della cima, riducendo l’alberello a una dimensione più adatta. Ma il piccolo frammento non andò sprecato: venne trovato da Papà Coniglio, che lo raccolse come fosse un tesoro prezioso e lo portò alla sua famiglia.
A casa dei coniglietti, però, il destino dell’alberello non cambiò: sopra la mensola non c’era abbastanza spazio.
Così Mamma Coniglio, con un taglio deciso, accorciò ulteriormente la punta e ne fece un nuovo dono.
E che regalo speciale per il piccolo topolino! Il minuscolo abete era perfetto per lui, anche se portarlo a casa non fu affatto facile:
“Lo trascinò con sé, gradino per gradino,
due volte cadde giù, facendosi un po’ male,
ma infine giunse al caldo della sua casetta
e poté donarlo alla sua diletta.”
Alla fine, l’alberello trovò il suo posto ideale: sistemato sopra un rocchetto che faceva da tavolo, ornato con cura e sormontato da una deliziosa stella di formaggio. Piccolo e semplice, ma perfetto per rendere speciale il Natale dei topolini.
L’albo, scritto in rima, è stato tradotto magistralmente da Chiara Carminati, che ha saputo restituire la musicalità e il fascino delle rime originali. Le illustrazioni in stile fumettistico, colorate e ricche di dettagli, catturano alla perfezione l’atmosfera natalizia: i caminetti accesi, le calze pronte per i doni, le lampade che illuminano ogni casetta, e gli sguardi dei personaggi, che trasmettono meraviglia, gioia e amore.
Mi hanno fatto sorridere i disegni sulle prime pagine, perché mi hanno riportato ai capolavori delle mie bambine: montagne disegnate con linee ondulate, un camioncino coraggioso che sfida le leggi della gravità lanciandosi giù dalla montagna e quel percorso imprevedibile delle sue impronte sulla neve… Quante volte ho visto nei loro disegni avventure simili, piene di fantasia e spensieratezza!
La storia invita i bambini a riflettere sul valore della generosità e della condivisione. Ci insegna che ciò che per noi può sembrare inutile può invece diventare un tesoro per qualcun altro. È un racconto che celebra la capacità di trasformare le difficoltà in opportunità, dimostrando come un piccolo dono possa regalare una grande felicità.
E la magia più grande? Mentre il signor Vitale ha scelto il suo albero, gli altri personaggi non si aspettavano nulla. Quel piccolo abete è diventato per loro un dono inaspettato, un regalo che è letteralmente sceso dal cielo, portando con sé la vera gioia del Natale.
Titolo: L’albero di Natale del signor Vitale
Autore: Robert Barry (testi ed illustrazioni) – Traduzioni : Chiara Carminati
Editore: Marameo Edizioni – sito internet: https://marameoedizioni.com/
https://www.facebook.com/marameoedizioni
Anno di pubblicazione: 2020
Categoria: Albi illustrati
Età consigliata: Dai 3 anni